domenica 16 agosto 2009

Due grandi uomini

La Destra e la Sinistra non esistono più. E per questo non esiste più in Italia neanche la politica.E non è solo una notazione ideologica. E' una constatazione sulla qualità degli uomini. I giovani della mia generazione impegnati in politica, avevano due fari umani a cui rivolgersi, una volta che avevano impresso nelle loro menti e nei loro cuori un'ideologia. Almirante e Berlinguer rappresentavano le icone di due schieramenti. Due grandi uomini. Due politici di cui ognuno, a Destra e Sinistra, poteva andare fiero. Solo pochissimi anni fà ho saputo che quei due garndi uomini, riconoscendo l'essenza simile del loro animo, si erano incontrati in segreto più volte per parlare dei destini dell' Italia. Per sei volte, tra il 1978 e il 1979, Enrico Berlinguer e Giorgio Almirante si incontrarono segretamente. Per sei volte discussero e confrontarono le loro idee di Governo, senza che nessuno lo sapesse nè i colleghi nè tantomeno i loro elettori, in una stanza all'ultimo piano del palazzo di Montecitorio. Da quesli incontri si sancì il reciproco riconoscimento della lealtà e della grandezza dell'avversario. Traggo alcune righe da un documento storico divulgato di recente.
Solo quattro uomini sono stati testimoni di quegli incontri riservatissimi, e tre di loro ormai sono morti. Il quarto, l'ultimo, ne parla per la prima volta oggi, vent' anni dopo. E' Massimo Magliaro, il giornalista che fu per 18 anni consigliere e collaboratore di Giorgio Almirante, diventandone il suo portavoce e la sua ombra.
"La prima volta - ricorda - ebbi l'impressione che si incontrassero per caso, che non ci fosse un appuntamento. Era un venerdì sera, la Camera era ormai deserta e in quel corridoio che portava alla commissione Esteri eravamo in quattro: Berlinguer e Tonino Tatò da una parte, Almirante ed io dall'altra. I due segretari si avvicinarono lentamente, si strinsero la mano con un sorriso un po' timido e poi si appartarono dietro una porta, su un divano di pelle. Io e Tatò restammo fuori, a discutere del più e del meno. Lui stava da una parte, io dall'altra, lui era un rosso e io un nero, avevamo poco da dirci: il tempo, il traffico, il campionato. Almirante e Berlinguer, invece, potevano permettersi di allontanarsi per un'ora dalle rispettive trincee e affrontare insieme, senza che nessuno lo sapesse, l'argomento che ossessionava tutti e due: il terrorismo".
Quello che i due leader si dicevano, oltre quella porta, forse non lo sapremo mai. Magliaro ammette di non aver ricevuto una sola confidenza, sul contenuto dei colloqui. "Ricordo solo che quella volta Almirante mi confidò: " Quell'uomo è un avversario leale e corretto". Non mi disse neppure che ci sarebbero stati altri incontri". Ce ne furono altri cinque, sempre nello stesso luogo, e sempre di sera, quando il palazzo si era già svuotato. "Ricordo che sceglievano il lunedì, quando il grosso dei deputati non era ancora arrivato, o il venerdì, quando erano già ripartiti tutti per i collegi". Non fu il caso, a decidere gli altri colloqui: "Si davano degli appuntamenti, forse per telefono, e mai attraverso altre persone: io stesso, che stavo tutto il giorno accanto al segretario, lo sapevo all'ultimo momento, quando vedevo arrivare gli altri due".
Perché dovevano restare segreti, quegli appuntamenti? "Erano altri tempi" risponde secco Magliaro. Già. Rossi e neri si scontravano nelle piazze, c'era il muro contro muro, molti non avrebbero capito perché il capo della destra doveva incontrare il capo della sinistra, e viceversa. In quei due anni, tra il 1978 e il 1979, l'attacco del terrorismo raggiunse la massima intensità: 4892 attentati, 59 assassinii e 155 ferimenti, quasi il doppio di fatti di sangue rispetto ai due anni precedenti. Dopo il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro, c'erano stati gli agguati mortali al giudice Emilio Alessandrini e all'operaio Guido Rossa, al colonnello Antonio Varisco e al dirigente della Fiat Carlo Ghiglieno. Brigate Rosse e Prima Line a erano i gruppi più attivi, con 218 attentati, ma anche i neri si facevano sentire: i Nuclei Armati Rivoluzionari rivendicarono 16 assalti, e altri 6 furono firmati da "Siam Fascisti".